SEMPLICEMENTE: IL SEGRINO

Il Segrino è un piccolo lago posto tra Canzo e Eupilio che ha come confine naturale ad est il monte Cornizzolo e ad ovest il monte Scioscia.
Il nome deriva probabilmente dal latino Fons Sacer (fonte sacra).
E’ da considerare per la qualità delle sue acque, per la sua felice posizione, per l’importante impegno di rinaturalizzazione dell’ecosistema locale e per aver ispirato molti poeti dell’Ottocento: Parini e Stendhal tra tutti. Usato anche come location cinematografica, è Parco locale di interesse sovracomunale e considerato uno degli ambienti più puliti e meglio conservati d’Europa.
Lungo i 5 km del perimetro si sviluppa un comodissimo percorso ad anello interamente ciclo-pedonabile. Fiore all’occhiello: un piccolo lido dalla pluripremiata struttura che ha vinto diversi concorsi di architettura (il progetto è di Marco Castelletti).


Interessante la possibilità di leggere la presentazione dell’area da parte del presidente del Parco e di scaricare percorsi tematici dal sito ufficiale www.parcolagosegrino.it.



Il Segrino visto dal belvedere del monte Scioscia, sullo sfondo il lago di Pusiano

 

Partenza: Eupilio, presso il piccolo parcheggio in via Roma (angolo viale Combattenti)
Distanza: in piano 5,5 km
Velocità media: 3,3 km/h (elevatissima per noi exploratori)
Tempo: 1:25 in movimento / 1:40 totale
Altitudine minima: 361 m
Altitudine massima: 423 m
(dati EasyTrails)

 


Era diverso tempo che volevo farmi un bel giro del lago del Segrino e volevo farmelo nelle condizioni in cui me lo ero sempre immaginato: a piedi, con un lettore mp3, cuffiette, musica lounge (ascoltando, in questo caso, Buddha-Bar XV), macchina fotografica e rilevatore di percorso gps nello zainetto con tracciatore di percorso. Un taglio finto-ambientalista-tecnologico insomma!
Avevo spesso rimandato ‘sto giro e la sua esplorazione, forse perché lo percepivo come troppo semplice, passando in auto lo vedevo troppo asfaltato, troppo pieno, con tanta gente che correva, camminava, chiacchierava, andava in bici, sudava. Troppo affollato insomma. Invece è proprio questa la sua principale e grande caratteristica: la condivisione.
Il lago del Segrino è un’esperienza comune, si condivide, lo si deve vivere con tutta la gente che va e che viene, che chiacchiera o che sbuffa, che si tocca il polso e conta le pulsazioni, che suona il campanello della bici, che fotografa. O che spinge carrozzine, attività molto comune ultimamente. Non si sa mai dove spingere le carrozzine. Qui si può – e lo si può fare bene – grazie al fondo stradale e al percorso interamente protetto (anche se un pezzo corre adiacente alla strada principale).



Quando ci sono stato io, il 18 agosto, era molto presto (ed ero solo, Franco stava preparando il matrimonio del figlio, come se fosse stato lui a doversi sposare!) e le immagini che ho scattato non rappresentato il movimento della gente che di solito si incontra su questo lago e sul percorso che lo circonda.
Un bel giro comunque, accessibile a tutti, ma proprio a tutti, comodo e con qualche punto di ristoro che un buon “exploratore” sa sempre apprezzare.

 

 

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