MONTEVECCHIA E LE PIRAMIDI DEL MISTERO

LA PREMESSA
Il luogo: Montevecchia, Perego, Rovagnate, la frazione di Monte nella Valle del Curone. Vicino c’è il famoso ristorante “Il tetto brianzolo”, dove tutti almeno una volta nella vita hanno avuto un parente che festeggiasse una comunione, una cresima o un matrimonio.
Guardandole da lontano sembrano tre colline qualsiasi, per nulla strane, ma queste alture nascondono uno dei più curiosi misteri della Brianza: base, lati e pendenza delle alture sono identiche. Una situazione alquanto improbabile in natura. Guardandole poi dal cielo, nonostante fossero coperte da vegetazione, qualcuno per caso scoprì, circa 10 anni fa, che avevano le forme di piramidi a gradoni. E come le piramidi sembravano “costruite”. Ma allora da dove vengono, chi le ha volute e perché sono lì? Quale mistero si può celare dietro?
Oltretutto gli studi riportano un’altra coincidenza: le colline sono orientate come le piramidi di Giza! E queste non sono che alcune coincidenze…


Per sfrucugliare nel mistero e per chi ha veramente voglia di saperne di più, rimandiamo a questi documentati siti:
http://www.luoghimisteriosi.it/lombardia_montevecchia.html
http://www.mondointasca.org/articolo.php?ida=1886
http://www.duepassinelmistero.com/Pirmontev.htm

 

 

In giallo l’ubicazione delle piramidi misteriose

 

 

Percorso ad anello

Partenza: parcheggio davanti alla chiesa di Monte, frazione di Rovagnate (LC)
Tempo: ore 2 ca (passo “exploratori”, con ripetute fermate per video, foto ed altre amenità)

Distanza in piano: 3,61 km
Altitudine minima: 367 m
Altitudine massima: 451 m
(dati EasyTrails)
Voto *****L

PERCORRENDO IL MISTERO DELLE PIRAMIDI DI MONTEVECCHIA
Lettori accaniti (e poco critici) in gioventù di Peter Kolosimo (Non è terrestre, Viaggiatori del tempo) e del Giornale dei Misteri, suggestionati da quello che leggevamo sull’argomento – e dal fatto che una persona un po’ sciroccata (che conoscevamo di vista) sembrava fosse rinsavita visitando il luogo – abbiamo voluto “toccare con mano” il Mistero, posteggiando l’auto davanti alla chiesa di Monte, frazione di Rovagnate.
Un cartello accanto al parcheggio diceva Perego. Primo mistero. Ci siamo – ho pensato – cominciamo bene!

Ed è verso il cartello di Perego, prendendo per via Bonciaga, che ci siamo incamminati, in una giornata che sembrava minacciare pioggia ogni momento, per un percorso ad anello che ci avrebbe portato a lambire le famigerate colline, per concludersi con la conquista della più pittoresca e affascinante delle piramidi/colline: la Collina dei Cipressi.
Cercavamo un modo di attraversare e “sentire” le “forze ancestrali” di quelle “strutture” che qualcuno sosteneva fossero addirittura “magnetiche”.

Dopo aver percorso via Banciaga, arrivati al piccolo nucleo di case (e prima che la strada cominciasse a scendere), incontrata una chiesetta, abbiamo svoltato a sinistra e poi subito a destra, per imbatterci in una serie di allevamenti equini.
Da qui la larga strada sterrata ci avrebbe accompagnato comodamente fino alla Collina dei Cipressi, facendoci apprezzare le autunnali alture che avremmo incontrato lungo il percorso, le colline su cui si vedeva distintamente il Santuario della Madonna di Montevecchia, i “magici” terrazzamenti coltivati a viti, i casolari un po’ toscani di Galbusera Bianca e Galbusera Nera, la valle del parco, i suoi silenzi e i suoi colori intensi, specialmente in quei giorni d’autunno inoltrato. Il suo Mistero.



Camminando su questo sterrato, tenendo nelle biforcazioni sempre la sinistra, abbiamo raggiunto la Collina dei Cipressi, scenograficamente affascinante per via, ovviamente, dei cipressi, ma anche di una curiosa croce in ferro ritorto e di un antico altare in pietra.
E poco importa se non abbiamo trovato segni di alieni, se non abbiamo scoperto nuove tracce di arcaiche civiltà, ci siamo immersi e abbiamo passeggiato in un ambiente unico, con Franco che alla fine, per salutare quel luogo mentre stavamo scendendo, ha intonato nel silenzio un pezzo tratto da un festival di Sanremo degli anni Settanta. Di solito ha un repertorio più “alpino” e spesso legato agli anni Trenta e Quaranta.
Come gli sia venuta in mente quella canzone sui titoli di coda della giornata rimane un mistero. Anche questo è un mistero.

 

Sul percorso (con il pezzo intonato da Franco a conclusione del giro) abbiamo realizzato anche un piccolo videino. Sotto il link.

http://www.exploratoridelladomenica.it/le-piramidi-del-mistero/

 

 

 

 

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