Mary Lennox è una ragazzina che, persi i genitori in India, dove viveva, viene accolta in una suggestiva tenuta nello Yorkshire da uno zio ricco e burbero, che con vede quasi mai. Durante una delle sue esplorazioni nel parco, Mary, trova una chiave misteriosa. Più avanti nella storia, nascosta dal verde, trova una porta di ingresso ad un giardino. La chiave trovata apre la porta di quel giardino. Quest’ultimo (che nasconde un triste segreto) sembra abbandonato per come è trascurato e invaso dalle erbacce. E’ qui che compare Dickon, piccolo contadino gentile, profondamente affezionato alla natura e in grado di capire il linguaggio degli animali. Dickon promette a Mary di non confidare a nessuno la scoperta riguardante il giardino e aiuta Mary a farlo rinascere. Ma le sorprese sono solo all’inizio…
Questa in breve la prima parte della storia di The Secret Garden, un romanzo per ragazzi del 1910 della scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett.
Perché questa premessa? Semplicemente perché girando per la zona di Pomelasca (Inverigo), accanto alla chiesetta rossa, davanti all’entrata della villa Sormani, con Enrico (Franco stava in montagna, probabilmente, a mollo in qualche idromassaggio spaziale) abbiamo scoperto il nostro giardino segreto, curato da un eccentrico personaggio della zona, il signor Claudio. Una storia che per molti versi ricorda la storia della Burnett.
Non vorremmo darvi molte informazioni per non rovinarvi il piacere della scoperta. Ricordate che posteggiata l’auto (ma mi raccomando non sui prati), una volta giunti davanti al piazzale sterrato della villa, dovete imboccare il sentiero che attraversa i prati e che vi porta verso nord. Poco dopo vi ritroverete in quel “giardino segreto” dove vi auguriamo di incontrare anche l’artefice di quel lavoro: un uomo in pensione guidato da una passione infinita per la natura, a cui è stato concesso un pezzo di terra da coltivare, e lui, con pazienza, l’ha trasformata in qualcosa di speciale, poco per volta, anno dopo anno. Anche con l’aiuto di chi gli ha regalato, andandolo a trovare, qualcosa da piantare e coltivare.
Il periodo giusto per andarci è proprio aprile-maggio, per la varietà di fiori che ha piantato Claudio, l’artefice e custode di quell’angolo al di fuori del tempo.
Ci racconta Claudio, mentre camminiamo facendo attenzione a non calpestare il suo lavoro:
“(…) ho fatto i terrazzamenti, i bordi coi sassi, in una parte ho piantato solo cose che diventeranno grandi, c’è gente che mi regala piante perché io le coltivi… ho intenzione di piantare una magnolia, là c’è un oleandro… Questo viene chiamato bosco della Bressanella. Guardate là in quella bacheca dove si spiega perché e per come… Là ho raccontato tutto di questo bosco.
(…) Una volta il prato, dove stiamo camminando, era un bosco di rovi… l’ho pulito tutto e l’ho seminato a fiori, ora ci sono un sacco di specie… Là c’è il mughetto, mentre lì l’aglio orsino…
Ci sono tantissime varietà di fiori qua dentro – e indicandoci una piccola macchia di fiori bianchi – e quelle sono violette bianche… rare, molto rare… e più in là vede? Gli occhietti della Madonna… Mentre qua, ad esempio, ho ripulito tutto… L’anno scorso, in ginocchio facevo 4-5 metri al giorno… livellavo la sponda, pulivo i rovi… Vede questo posto, quando arriva la primavera diventa una roba meravigliosa…”