EXPLORANDO L’ALTO LARIO (parte 2)

Riprendiamo il diario del nostro giro che ci ha portato ad “explorare” e conoscere la parte alta del Lario. La prima parte è stata postata in precedenza e potete trovarla cliccando su questo link http://www.exploratoridelladomenica.it/explorando-lalto-lario-parte1-da-bellano-a-piona/


Sopra Colico

L’ANTICO VIGILANTE: LA TORRE DI FONTANEDO

Passata la notte a Colico e cenato con un certo piacere al Ristorante Pizzeria Il Faro – che consigliamo oltre che per lo strano dessert semifreddo a base di Amaro Braulio, per l’ottimo rapporto qualità/prezzo (anche qui pizzoccheri) e per l’eccellente mezza bottiglia di Sassella che ci siamo concessi – la mattina dopo siamo risaliti in auto alla volta della vicina Torre di Fontanedo, ad occhio un chilometro sopra l’abitato.
Ci siamo lasciati guidare dalle chiare segnalazioni turistiche fino ad arrivare a uno spiazzo dove è stato necessario lasciare l’auto per proseguire a piedi, ma in poco più di 10 minuti avevamo raggiunto la mitica torre.



Edificata per volere di Bernabò Visconti nel 1357, sopra al paese di Fontanedo e ai piedi del Monte Legnone, fu costruita strategicamente a protezione del territorio e di quello che ora viene chiamato “Sentiero del Viandante”.




La Torre si trova all’interno di quel che rimane di uno scenografico borgo fortificato (soprattutto se vi piacciono “i sass”), da dove è possibile gustarsi un maestoso panorama, magari facendo picnic. Anche fosse solo per la vista, l’appuntamento col luogo è caldamente consigliato. Il meteo, poi, lo ha trasformato in un posto suggestivo e misterioso.



Da Colico e la Torre di Fontanedo a Gravedona
GRAVEDONA E LA CHIESA DI SANTA MARIA DEL TIGLIO

Lasciata la torre di Fontanedo, e abbandonata la possibilità di vedere i forti di Montecchio – la fortezza della Prima Guerra Mondiale meglio conservata in Europa – e Fuentes, perché chiusi, ci siamo diretti a Gravedona, sulle tracce di vago ricordo relativo a un complesso religioso visitato anni prima.

In questo caso il ricordo non era all’altezza di quello che abbiamo trovato perché l’edificio “ricordato” si è materializzato nella meravigliosa chiesa di Santa Maria del Tiglio che come la vediamo oggi risale al XII secolo. E’ addirittura monumento nazionale e sorge su quella che può essere considerata l'”area sacra” di Gravedona, un “angolo benedetto” che comprende anche l’adiacente parrocchiale di San Vincenzo.


Santa Maria del Tiglio e cripta

La chiesa di Santa Maria del Tiglio in stile romanico è costruita utilizzando pietra locale e vanta notevoli interni con affreschi e un crocifisso ligneo scolpito nel XII secolo.
Grandioso lo spazio scenico dove sorgono gli edifici, incastonati tra montagna e lago.



Da Gravedona a Peglio, il termine della nostro piccolo tour nell’Alto Lario
SS. EUSEBIO E VITTORE, UN BALCONE SUL LAGO
Consapevoli che ormai il nostro piccolo tour nella zona dell’Alto Lago di Como fosse giunto al termine, girando le spalle al lago, notiamo una bella chiesa in straordinaria posizione sopra Gravedona. Qualche richiesta di informazione e subito partiamo in auto alla ricerca della strada e dell’edificio religioso la cui vista ci aveva così tanto suggestionato.
Giunti sul posto dopo una quindicina di minuti, abbiamo scoperto che la suggestione aveva preso forma nella chiesa dei SS. Eusebio e Vittore di Peglio che, non ci sbagliavamo, anche se chiusa meritava una visita soprattutto per quello che si poteva ammirare da lassù.




Dal sito www.lagodicomoelugano.com:

(…) Salendo da Gravedona verso le Valli del Liro e di Livo si incontra il piccolo e caratteristico borgo di Peglio con la bella Chiesa dei SS. Eusebio e Vittore che sorge poco discosta. Posta in posizione panoramica dominante il lago di Como, è considerata uno degli esempi più significativi del periodo della Controriforma comasca.



Qualche foto alla chiesa e al paesaggio e ritorno a casa con qualcosa in più negli occhi e nella testa, a ribadire che innumerevoli sono gli spunti che ci offre il nostro territorio se solo abbiamo voglia di spostarci anche poco poco e di mettere in discussione i nostri luoghi più comuni.







Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *