Erba. L’eremo, il sasso, la croce e la campana.

Partenza: parcheggio Eremo San Salvatore
Tempo: ore 2 ca a/r
Voto *****

Una domenica da “exploratori”. Vicino a casa. Forse l’ultima domenica di un settembre tutto sommato piacevole.
Franco ed io arriviamo in auto fino all’Eremo di San Salvatore (sopra Crevenna, sopra Erba) che, nato come chiesetta eremitica, divenne proprietà dei frati Capuccini nel 1536, a cui si deve anche la costruzione del convento.
L’edificio fu anche abbandonato per poi essere trasformato in colonia estiva per i figli dei dipendenti di una fabbrica di lampadine.
L’ultima ristrutturazione risale al 1995-1996 dove venne alla luce l’affresco della Crocifissione attribuito a Michelino da Besozzo.

Lasciata l’auto nel parcheggio di San Salvatore (più avanti non si può andare), tentiamo un approccio all’Eremo avvicinandoci all’entrata, ma un cartello sul portone ci invita a ripensarci: “esercizi spirituali in corso”.
Decidiamo allora di salire a quello che vuole essere il nostro obbiettivo di giornata, la Croce Pessina, e lo facciamo imboccando il sentiero dietro alla siepe del parcheggio, seguendo le indicazioni per la Capanna Mara (per anni ho pensato che il nome vero fosse Capanna Amara, per via della fatica per arrivarci).

La mulattiera si fa subito ripida. Un escursionista di almeno 15 anni più di noi ci supera salutandoci con un sorrisetto ironico, per poi scomparire subito, mentre noi saliamo faticosamente, ripensando più volte al letto che abbiamo lasciato ancora caldo.

 


Sasso d’Erba


Ma un “exploratore” non si lascia sicuramente condizionare dalla freschezza e “preparazione” di certi settantenni e decidiamo di non fermarci fino al Sasso d’Erba, dove – una volta arrivati – fingendo un strano ed sospetto interesse per l’arrampicata di un ragazzo sulla parete di roccia che sapevamo frequentata da scalatori, riprendiamo fiato e forze per l’ennesima volta, per poi continuare ed arrivare, dopo una decina di minuti, ad un bosco di sapore ottocentesco, porta di ingresso di un bel pratone dove troviamo un meraviglioso tronco ad uso panchina. E ci fotografiamo compiaciuti dell’impresa.

 

Riprendiamo il percorso per incontrare le sempre più desiderate indicazioni per la Croce Pessina.

Pochi minuti di ascesa e ci troviamo davanti ad una bella sorpresa. Il luogo è veramente piacevole ed accogliente. Nel bosco antecedente al belvedere, che da sulla piana, c’è pure il barbecue oltre che un sacco di tavoli attrezzati. Dispiace non potersi fermare per cucinare e consumare qualcosa.

Poi… davanti a noi la famosa croce col piccolo altare, dove Franco scatena tutta la sua sopita voglia liturgica e remore oratoriane, e una enorme campana, montata su un’originale struttura in ferro, tutta da suonare. Come perdere un’occasione del genere? I rintocchi che ne escono sono poi straordinariamente antichi. Franco, prima timidamente, poi più sciolto e sicuro, ci da dentro. I rintocchi sono belli da sentire e probabilmente si possono ascoltare fino a Crevenna. Di sicuro fino all’Eremo.
Il posto ci invita a riflettere e pensare a come sarebbe quasi bello fare l’eremita… Quasi…

 


Campana con l’exploratore campanaro e la Croce Pessina


Ma è il panorama che si gode da qui che, nelle giornate terse, è realmente spettacolare con una meravigliosa vista su Erba, sul lago di Alserio e sulla pianura brianzola. Purtroppo la mattinata non è limpida e non tentiamo neanche una foto, sarebbe inutile. Non avrebbe reso giustizia a quello che stavamo vivendo e vedendo.

Come al solito la Brianza, e la nostra relativa verginità di escursionisti, ci  ha riservato – ancora una volta – una grande ed impagabile sorpresa.

Da qui, scendendo sulla via principale e seguendo la strada per la Capanna Mara, è possibile compiere anche un giro ad anello per arrivare di nuovo all’Eremo di San Salvatore. Noi preferiamo tornare indietro dal sentiero percorso all’andata, appagati da quello che abbiamo appena visto e dalle nuove (ma solite) considerazioni su una terra, la Brianza, che abbiamo incontrato e scoperto, così ricca e varia, tardi negli anni.

 

 

 



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