COSTA MASNAGA, UN GIORNO DI NEBBIA. O DI SOLE?

 E’ sabato. Domani danno neve. Mi chiedo quando il tempo si stabilizzerà sul bello e potremo progettare i nostri giri domenicali. Sono stanco di freddo e neve, e di non potere fare programmi.

È sera, ne approfitto per scrivere qualcosa sul percorso di domenica scorsa.

 

 

10 febbraio 2013

COSTA MASNAGA – CAMISASCA – COSTA MASNAGA (km.5)

 

Partenza: parcheggio davanti agli uffici della Sirtori (tanto era domenica)

Velocità media:  2,9 km/h (da pass della passion)

Tempo: 1:20 in movimento / 1:45 totale

Altitudine minima 121 m

Altitudine massima 221 m

(dati EasyTrails)

Voto ****

 

Domenica scorsa, mattina. Franco è in ritardo, non succede spesso. Anzi. A volte sincronizzo l’ora proprio con gli appuntamenti che abbiamo, tanto è preciso.

 

Arriviamo a Costa Masnaga accompagnati da una strana e improvvisa nebbia che ci ricorda un film degli anni 60, un film dell’orrore: Le tombe dei resuscitati ciechi (una pietra miliare della cinematografia iberica che avevo visto proprio insieme a Franco).

 

L’inizio della passeggiata in un’atmosfera gotica. Mario Bava de La maschera del demonio?

 

Posteggiamo l’auto presso gli uffici della Sirtori tessuti, mentre il nostro percorso inizia da via San Cristoforo, nei pressi di una cappelletta dove scatto la solita foto di inizio cammino.

Tenendo la sinistra, e poi ancora la sinistra al primo bivio, seguiamo una comoda strada sterrata (attrezzata con qualche panchetta e tavolo di legno) che si snoda all’interno di un paesaggio estremamente suggestivo, proprio per l’atmosfera che evoca: il nostro percorso inizia così in mezzo alla nebbia e ad alberi spogli e scheletrici (vedere l’immagine sopra) e al freddo per poi finire alla luce di un bel sole primaverile.

Il paesaggio ha un che di toscano o di umbro, con contaminazioni da pianura padana…

 

Al termine del largo sentiero sterrato teniamo la destra e proseguiamo su una strada asfaltata salendo fino alla Torre di Camisasca, da cui si può godere un bel colpo d’occhio sul Resegone. La torre recentemente restaurata è stata edificata intorno all’anno mille dai Longobardi, probabilmente per difendersi dai continui saccheggi degli Ungari.

 

Molto suggestiva è la vista che si gode dall’alto della torre, tale che anche Stendhal la ricorda nel suo “Voyages dans la Brianza” del 1818, quando lo scrittore francese parlava di “natura vergine e paesaggi incontaminati”.

 

Qualche scatto, un attimo di pausa per toglierci le giacche a vento, e prendiamo per via s. Enrico. Passati a valle dell’omonima cascina, proseguiamo per una strada sterrata che, attraverso campi coltivati, ci permette di ritornare all’iniziale cappella di San Cristoforo dopo poco più di un’ora e mezza di comoda e piacevole camminata.

 

Tre momenti della passeggiata dove il clima continuava a variare

 

Adatta veramente a tutti, la passeggiata è soprattutto interessante dal punto di vista paesaggistico e si snoda con bella vista sulle Alpi occidentali, i monti del Triangolo lariano e sul profilo caratteristico del Resegone.

Un percorso adatto anche ai cicloturisti e agli amanti della mountain bike. GVMass

 

NB: anche zia Ste è stata in queste zone recentemente. Vi invito a visitare il suo blog dove troverete l’escursione che ha fatto proprio da queste parti.

 

 

La natura lungo il percorso

 

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