RITORNO ALL’ETA’ DELLA PIETRA: IL BUCO DEL PIOMBO

Premessa doverosa. Franco ed io (i due exploratori “base”) ci conosciamo ormai da oltre 35 anni. Ci frequentiamo dai tempi dell’oratorio ed è da quei tempi che abbiamo visitato più volte il Buco del Piombo. L’abbiamo visto quando era meta obbligata di passeggiate oratoriane estive e di escursioni domenicali (si potevano visitare addirittura gli anfratti con i caschetti) e ci siamo stati di nuovo qualche anno fa. Recentemente l’abbiamo invece trovato chiuso. Abbiamo pure inviato una email alla responsabile del luogo che ci ha risposto con un lapidario e secco: “è chiuso”. Le abbiamo riscritto per chiedere spiegazioni e non ci è stato neppure risposto. Ci chiediamo perché pubblichino, a questo punto, sul sito la voce “contatti” se non si possono ottenere informazioni (e perché probabilmente contribuiamo con le nostre tasse a sostenere un posto, e un museo, che non c’è).

 

Tutto questo per dire che il luogo merita assolutamente e che una volta nella vita bisognerebbe vederlo, ma quando? E’ difficile poterlo prevedere. Mentre prepariamo questo post potrebbero comunque averlo riaperto. Quello che scriviamo è quello che conosciamo e abbiamo visto (le foto come al solito sono sempre autoprodotte) su questo luogo diventato ormai “mitico”.

 

Non pubblichiamo la cartina del percorso perché arrivarci è veramente semplice.

 


L’atrio del Buco del Piombo in due incisioni. Quella a destra è di Federico Lose che alla Brianza ha dedicato, insieme alla moglie, una serie di lavori. Nel 1823  i due artisti tedeschi si impongono all’attenzione degli editori e dei collezionisti di stampe con il Viaggio pittorico nei Monti di Brianza, un album di 24 incisioni.

 


IL MITICO BUCO DEL PIOMBO

Da Erba si prende per Albavilla, poi si continua per il Buco del Piombo, oltre la Trattoria Alpina fino a Cascina Zoccola. Qui trovate un piccolo parcheggio. Lasciata l’auto si imbocca e si segue il sentiero nel bosco che porta dritto dritto alla suggestiva scalinata d’accesso che permette di accedere alla celeberrima – soprattutto una volta – grotta.

Altra possibile accesso da Albavilla è quello di prendere per l’Alpe del Viceré (900 metri), dove si parcheggia, e seguire le indicazioni per il Buco del Piombo.

30/40 minuti, in entrambi i casi, dovrebbero essere sufficienti per arrivarci.

 

 

Il Buco del Piombo visto dalla Valle Bova

 


L’entrata con il cancello d’accesso

 

 
Il Buco del Piombo è un’enorme grotta naturale dove sono stati ritrovati materiali preistorici e resti dell’orso delle caverne. Oltre ad essere un gran posto per una bella gita domenicale (quando non è chiuso) è anche uno straordinario museo all’aperto.

Scenograficamente grandioso nel presentarsi, importantissimo dal punto di vista storico e geologico, il Buco del Piombo, sembra essere stata da sempre una meta obbligata per i lombardi. Noi ci siamo stati più volte, solo ultimamente sembra essere perennemente chiuso. Assurdo!
Vi assicuriamo che in altri posti avrebbero “sfruttato” meglio questa meraviglia della natura!
Addirittura sembravano meglio organizzati negli anni Sessanta.
Pazzesco…

 



Non crediamo che il luogo sia chiuso per questioni di pericolosità, probabilmente esistono dei contenziosi che noi ignoriamo. Meglio informarsi quindi sul sito ufficiale ad esso dedicato (http://www.museobucodelpiombo.it/).  

Le foto scattate che ritraggono l’interno dell’ingresso del Buco del Piombo risalgono a 3/4 anni fa, quelle invece che lo riprendono dall’esterno e da lontano, sono molto più recenti e risalgono al giro che abbiamo fatto recentemente in Valle Bova, altra possibile strada d’accesso.

L’ambiente, come dicevamo, è veramente unico. Sembra di essere stati proiettati all’età della pietra.

 

 


Reperti esposti all’entrata della grotta

 


La gita è semplice, il luogo è facile da raggiungere, tranne forse per l’ultimissimo pezzo quello delle scalinate un po’ ripide. Forse nostra/vostra nonna potrebbe non farcela (ma deve avere oltre 80 anni), ma il gioco vale la candela.

Intorno al luogo abbiamo trovato una serie di insolite informazioni (siamo sempre “esploratori” anche se della domenica, no?) su una vecchia pubblicazione del 1970: GUIDA AI MISTERI E SEGRETI DELLA BRIANZA (Sugar Editore).
Presto vi racconteremo cosa abbiamo scoperto.

 

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