CURE “MIRACOLOSE” DELLA TRADIZIONE BRIANZOLA

 

Queste sono una serie di cure “della nonna” che abbiamo pubblicato su Facebook, a puntate, intorno alla metà di ottobre.
Sono prese da quello che è un curiosissimo e raro volumetto che abbiamo trovato: Guida ai misteri e segreti della Brianza, pubblicato nel 1970 per i tipi di Sugar Editore.

Per curare la derenera (mal di schiena): si consiglia di applicare una “bella pestada de lard”, carta da zucchero spalmata con olio di linosa, o polentina di farina gialla con aceto.
Per far sparire gli orzaioli: guardare nel “boeucc del cess”.
Per far andar via i vermen (tenia, ascaridi ecc.): ingerire un cucchiaio di caligine (grossomodo polvere dovuta al fumo) sciolta in acqua tiepida.
Per guarire dal mal di pancia: ricoprire la parte dolente con lumache vive sgusciate e bavose tenute a posto con foglie di ninfea del lago di Pusiano (chissà perché proprio quello di Pusiano?).
Se perdura il singhiozzo: mettere in testa una ciabatta a rovescio.
In caso di polmonite: indispensabile bere la zuppa di grappa calda.
Per fermare le emorragie: applicare come emostatico ragnatele polverose.
Per guarire dall’itterizia: un cucchiaio nel quale siano posti un po’ d’acqua e sette pidocchi da inghiottire vivi (penetrando nello stomaco le care bestiole provvederanno a eliminare quella “pilisina” che produce il caratteristico colore giallognolo).
E per chi avesse un po’ di peso sullo stomaco (soprattutto dopo i grandi pranzi di Pasqua e Natale) la buona padrona di casa consigliava un bicchierino di grappa con la ruta, poiché, come dice il proverbio “L’erba ruga – Tutti i maa – i e distruga”.

(da Guida ai misteri e segreti della Brianza, 1970, Sugar Editore)

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