SALUTI DA… CARUGO

Ci sono persone che per tutta la vita raccolgono e archiviano le cose, come se non volessero perdere nulla della propria storia e della propria esistenza, come se desiderassero in ogni momento poterla guardare ed evocare.

Sono i collezionisti.

Anche io lo faccio di tanto in tanto. Ogni tanto divento “collezionista” di qualche cosa. Solo che non ho la loro costanza e di solito la mia collezione è disordinata e si ferma poco dopo, incompleta o appena accennata.

 

Uno di questi incredibili collezionisti si chiama Luigi Folcio. Lo invidio per la sua competenza, passione, dedizione e per la sua sterminata collezione di cartoline (e non solo) dedicata alle nostre zone, portata avanti in decenni di “seria” militanza.

Le cartoline che pubblichiamo in questo sito quindi sono le sue, e qui  lo ringraziamo per averci messo a disposizione il suo incredibile archivio.

 

L’altro Luigi invece è Luigi G che, amico da una vita, laureato in Scienze Politiche, appassionato di storia e  “professorino” per vocazione, collabora con noi “exploratori”. È l’exploratore storico. Il suo compito è interpretare i soggetti che appaiono nelle cartoline, perché ogni cartolina, in questo caso ogni immagine, ha la sua storia o, meglio ancora, le sue storie da raccontare.

 

Per noi “explorare” significa non soltanto fare escursioni in zone straordinarie, ma anche raccogliere frammenti del passato per poterlo scoprire e conoscere. E capire meglio il presente. (GVMass)


 

 

Saluti da…
CARUGO
cartoline archivio Luigi Folcio
testi di Luigi G, l’exploratore “storico”

 


Premetto che come giussanese ho il piacere di constatare come l’edificio sia poco mutato e questo mi piace sottolinearlo: stessa struttura, stessa recinzione e grande cedro del libano, che incombeva fino a poco tempo fa sulla strada ferrata.
Adesso la casa è sede di un vivaio.

Tante cose possono colpire in questa foto il pubblico del posto, ma io preferirei fare una considerazione più generale.
Come avrete notato gli alberi hanno il fogliame tipico della tarda primavera o dell’inizio della stagione estiva e le finestre dell’edificio sono aperte, segno di una temperatura piuttosto alta, ma l’abbigliamento estivo dov’è?
Si noti la differenza con le nostre abitudini: a nessuno è concesso di scoprirsi più di tanto e gli uomini indossano persino la giacca ed il cappello, l’unica concessione al casual è per il ragazzino sulla destra che compare con le maniche arrotolate.
Lo scatto è databile tra l’inizio del ‘900 e la Prima Guerra Mondiale.

 

 


Questa è una bella immagine della stazione di Carugo sulla linea Milano – Erba, allora mancava ancora l’ultima tratta fino ad Asso, anche un giovane studente la riconoscerebbe. Ebbene sì, a parte il discutibile edificio che sulla sinistra ha sostituito l’antica trattoria Mirola, quasi nulla è mutato.
Certamente siamo all’ inizio del ‘900.
Gli abiti mi fanno pensare all’estate 1913 o forse ‘14… Le persone sono certamente in posa per la foto, all’epoca fare fotografie prevedeva una certa abilità allo scatto, l’apparecchio faceva poco e l’uomo molto, al contrario di ora in cui basta un clic.
Nella foto si possono notare due ristoranti e, a lato, non inquadrato, vi era un altro locale. Tre ristoranti uno accanto all’altro… vuoi vedere che a inizio Novecento tutti andavano a pranzo fuori?! A chi osserva l’ardua sentenza…

 

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