NEI BOSCHI DI BRENNA, UNA PASSEGGIATA DA CANI

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IL PERCORSO: interamente nei boschi, secondo noi adatto a qualsiasi periodo dell’anno, è ideale per chi non è particolarmente allenato. E’ consigliato anche a chi è in compagnia di un quattro zampe esuberante: durante il giro abbiamo trovato diverse coppie uomo-animale felici.

Partenza: parcheggio Santuario della Madonna di Rogoredo (Alzate)
Distanza: 8,8 km
Tempo: 2:15
Altitudiene minima: 305 m
Altitudine massima: 367
(dati Easy Trails)
Voto:****S

Riprendiamo da dove eravamo rimasti prima della pausa necessaria per realizzare il magazine degli “exploratori”. Quello che andiamo a raccontare è un giro in compagnia dei “vecchi” del gruppo, quindi tutto in piano, assolutamente non impegnativo ed “interrotto” da una necessaria e rivitalizzante “pausa caffè”.

 

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L’itinerario prende il via dal parcheggio dietro al Santuario dedicato a Maria Nascente, detto anche Santuario di Rogoredo (il nome deriva da un antico bosco di roveri una volta presente sul luogo). Il posto è venerato per via di un dipinto – datato 1533 – che si vuole miracoloso (ne sono prova gli ex voto), anche questo, come molti altri, dedicato dalla gente di Brianza alla Madonna del Latte. L’edificio sacro che lo “ospita” fu iniziato, invece, verso la fine del Seicento.

Il percorso si snoda all’interno del Parco della Brughiera Briantea e inizia per noi, come già detto, dal retro del santuario e precisamente dall’asfaltata via per Cantù che va però, dopo  pochi metri, abbandonata a favore del primo sentiero sulla sinistra.
Il sentiero, che si snoda subito nei boschi, deve essere seguito tenendo sempre la sinistra (si passa nei pressi di uno stagno), per terminare provvisoriamente vicino alla strada asfaltata che coincide con l’attraversamento della ferrovia.

Una volta attraversati i binari, si deve subito riprendere la strada sterrata sulla destra che corre adiacente alla ferrovia stessa.

 

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Dopo un centinaio di metri, sulla sinistra, una sbarra di solito chiusa alle auto, ci introduce in quella che è la parte più suggestiva del percorso, spesso popolata da cani da punta con relativi cacciatori, cavalli con relativi cavalieri in sella, gente da footing, cercatori di funghi o compagnie dal passo incerto che sembrano capitate lì per caso. Un po’ di tutto, insomma, ma soprattutto un percorso molto gettonato da cani con padrone ansimante al seguito che sembrano divertirsi molto in questi luoghi (soprattutto i cani).

 

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Il percorso, che si snoda affascinante nel verde, ad un certo punto comincia a correre parallelo ad un torrente, fino ad un primo importante incrocio. Qui troviamo dei cartelli segnaletici e una curva ad u: dobbiamo prendere il sentiero sulla sinistra, quello che allargandosi comincia decisamente a salire per entrare nel centro di Brenna.

Non c’è scampo, la salita è purtroppo la strada da seguire. La certezza che siamo sulla via giusta è confermata dai resti di un lavatoio di epoca imprecisata, ma soprattutto dall’incontro con via Trieste che, una volta percorsa (e attraversata una strada asfaltata di discreto traffico), passando accanto ad un oratorio, si trasforma in via Venezia. Questa, dopo essere stata interamente seguita, dà la possibilità di entrare di nuovo nel bosco (cartello segnaletico).

Passato un ponticello, seguiamo i cartelli segnaletici che però, proprio quando servono di più, sembrano ad un tratto scomparire nel nulla.
Sparito l’ultimo cartello, ai successivi due bivi si deve ogni volta prendere il sentiero in discesa sulla destra, fino ad arrivare al piccolo ponte sulla ferrovia, dalla bella vista su Villa Durini (a destra). Sulla sinistra (se si guarda con attenzione), si può notare una stazione che sembra abbandonata (e fantasma): è la stazione di Brenna-Alzate (le stazioni della TreNord ogni tanto fanno un po’ quest’effetto), interessante perché già set cinematografico. Il film  girato qui ha come protagonista John Turturro, grande attore americano, e un cartello (ben documentato) all’esterno della stazione illustra la lavorazione della pellicola.

 

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Tre minuti per arrivarci, tre per visitarla e altrettanti per leggere il cartello, ripagano del tempo investito nella deviazione.

A questo punto, anche se può venire il desiderio di accorciare il tragitto ritornando al santuario attraverso la strada asfaltata, consigliamo vivamente di tornare al ponte e di continuare il sentiero che si stava percorrendo: un piccolo sforzo in più sarà ripagato da una magnifica vista sul borgo di Fabbrica Durini, con la sua villa/castello, le sue cascine e la chiesa che domina la valle.

La strada sterrata termina incontrando via Girolo. Il tragitto ormai è terminato. Prendete ora per via Cantù (che ben conoscete perché è la stessa da cui ha avuto inizio il percorso) e sbucherete sul parcheggio dietro il Santuario della Madonna di Rogoredo.

Vi consigliamo, al termine del percorso, il ristorante/pizzeria accanto al parcheggio, apprezzato soprattutto dalla nostra famelica Elena “Lara Kraft”, insospettabile insegnante in settimana, epicurea senza vergogna nei weekend.

Il ristorante propone una cucina tipica niente male, con un ottimo rapporto qualità-prezzo tanto gradito a noi “exploratori”.

 

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