RABARBARO
[Rheum Officinalis]

Pianta che cresce sì spontanea, ma in terre orientali. Da noi la si può coltivare ottenendo ottimi risultati. Sembra che i Cinesi la utilizzassero già nel 2700 a. C. L’appellativo “Reubarbarum” (radice barbara) indicava il suo utilizzo solo da parte di popolazioni barbare-orientali e non occidentali che ne scoprirono l’utilizzo molti secoli più tardi. Dal grosso rizoma si ottengono preparati farmaceutici ed erboristici, nonché aromi amaricanti per bevande tonico-digestive. Per l’uso alimentare, gli steli fogliari o coste, croccanti e carnose di colore verde-rossastro, sono ottimi per preparare marmellate, composte, torte dolci e salate. È sconsigliato l’utilizzo delle grandi foglie perché ricchissime di ossalati di calcio e quindi potenzialmente pericolose. Un “parente” nostrano dell’orientale rabarbaro è il Rumex Alpinum o rabarbaro di montagna che cresce rigoglioso e spontaneo in prossimità di malghe e pascoli. Ma si potrebbe utilizzarlo per una marmellata meno “barbara”? Si scoprirà.